A Palazzo Reale a Milano va in scena Conviviando- l’arte della tavola una bellissima mostra ad ingresso gratuito che racconta la storia dell’arte della tavola, dalla sontuosità del Settecento al cibo sintetico del futuro.
Nelle bellissime stanze dell’Appartamento del Principe si susseguono 10 diverse mise en place che richiamano 10 diverse epoche e stili, ispirandosi ad altrettanti celeberrimi film dei quali vengono riprodotte fedelmente le tavole imbandite. Un vero e proprio racconto scenografico sulla storia dell’arte della tavola, che sia essa rivoluzionaria o legata ai riti del potere, essenziale o sfarzosa, l’apparecchiatura delle grandi occasioni è il tema ispiratore di questa esposizione.
Camminando per queste bellissime stanze si ripercorre la storia della tavola e si capisce come essa sia cambiata negli ultimi 3 secoli.
Scopritela con me:
BAROCCA
La tavola barocca è un artificio teatrale dal forte messaggi simbolico: celebra il potere assoluto del sovrano sui sudditi e sulla natura, disciplinata nei giardini alla francese ed evocata nei sontuosi trionfi di verzure sulla mensa. La mise en table rappresentata in questa stanza richiama quella del film VATEL (del 2000), che racconta il desco del Re Sole nel 1671: giochi scenici e mise en table dai colori vibranti e di drammatica bellezza.
ROCOCO’
Il Rococò è un sorriso edonista alla vita. Sulla tavola prendono piede le nuance pastello più luminose: rosa, celeste, avorio. La mise en table di questa stanza richiama la tavola del film MARIE ANTONIETTE (2006), dedicato agli anni spensierati della regina tra il 1777 e il 1789. L’amore per la decorazione diventa ossessione, e la porcellana fa il suo ingresso trionfale, prendendo il posto dei metalli preziosi.
REGENCY
In età Regency la tavola si configura come il ring sociale dove stringere alleanze e matrimoni. La gioa della convivialità in abiti casual è riservata ai picnic, preparati con una cura maniacale che il film EMMA (1996), ambientato nel 1815, svela in tutti i dettagli e che qui viene riproposto. Il senso dell’empatia con il paesaggio, così british, si esalta nell’inesauribile corredo di porcellane, posate, coppe e bicchieri sfoggiato nell’apparecchiatura bucolica. Immancabili i servizi da thè, passione del reggente Giorgio IV.
TOTAL WHITE
Quando la tavola vuole risultare esclusiva si veste di bianco: il colore aristocratico per eccellenza, segno distintivo di chi non deve piegarsi ai lavori manuali e dunque si mostra diafano nel volto e negli abiti. Una tovaglia immacolata è un asoluto estetico, spesso solo vagheggiato, come quello di MORTE A VENEZIA (1971), che ambienta nel 1911 la struggente storia di una solitudine, in un nitore di perfetta eleganza.
ROMANTICA
Nell’Ottocento la sala da pranzo si fa protagonista: fulcro dei riti borghesi, è museo in miniatura del prestigio di famiglia, tra quadri alle pareti, cristalli e argenterie. In tavola, finalmente, il vasellame si armonizza e vuole l’accordo cromatico con l’abbondanza dei fiori e frutti immancabili sul desco delle feste. Come si vede nel GATTOPARDO (1963), in cui i colori accesi di dalie, crisantemi e garofani scandiscono la temperatura emotiva dei rivoluzionari anni tra il 1860 e il 1910 e che qui vengono riproposti fedelmente. Questa è stata la mise en place che mi è piaciuta più di tutte! (e mi ha ricordato molto lo stile D&G).
ART DECO’
Edonismo & Glamour: con l’arrivo dell’Art Decò la tavola non sarà più la stessa. IL GRANDE GATSBY (2013) svela il lusso del 1922, tra pattern geometrici, accordi di nero, crema, oro e nuovi accessori. Al naif ridondante delle composizioni floreali del periodo precedente si sostituisce lo chic essenziale di candelabri e calici. I bicchieri si moltiplicano, perchè ogni piatto ora richiede il suo vino. Anni alcolici, che impongono la moda del cocktail prima di cena (con apposito mobiletto).
ECLETTICA
Cromie audaci, motivi esotici, personalizzazione assoluta. La tavola dei favolosi anni ’60 non è più quella austera ed estesa delle famiglie patriarcali. Si riduce nelle dimensioni e si arricchisce di contaminazioni stilistiche, sull’onda della moda hippy e dei nuovi orientalismi, ma sempre all’insegna del glamour. Come in A SINGLE MAN (2009), elegia del lifestyle targato 1962, in cui l’esuberanza della mise en table è bilanciata da un senso preciso del colore e delle proporzioni.
MODERNA
La tavola perde qui la sua materialità e da occasione conviviale legata al gusto diventa bellezza virtuale in pixel da condividere su Instagram. Come reazione all’avvilimento da fast food si mitizza la figura dello chef: nuovo custode degli arcani riti culinari, esaltato anche nel film IO SONO L’AMORE (2009). Cucina molecolare, piatti destrutturati, nuove abituini alimentari – dal veganesimo al crudismo – impongono apparecchiature sempre più essenziali, spogliate della didondanza di colori e ornamenti. Sarà che io ho un animo romantico, ma questa Mise en Place è quella che mi è piaciuta meno.
FUTURO
Il futuro si apre a enigmi intriganti: come sarà il cibo degli anni a venire? Probabilmente dematerializzato, micronizzato, minimizzato, esaltato da un’esperienza totalmente estetica. Di questa Mise en Place non vi pubblico la foto, vi lascio con la curiosià di come è stata rappresentata… e voi, come ve la immaginate la Mise en Table del futuro?
INFORMAZIONI UTILI
CONVIVIANDO – L’ARTE DELLA TAVOLA TRA PASSATO E FUTURO
Date: dal 25 gennaio al 15 febbraio 2018
Dove: Palazzo Reale, Milano
Orari: lunedì 14,30 – 19,30; martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9,30 – 19,30; giovedì – sabato 9,30 – 22,30
Ingresso: gratuito
Sito: www.palazzorealemilano.it