Portorico racconto di viaggio
La scelta di Portorico come meta del nostro viaggio è stata piuttosto casuale, spinti da amici che stavano pianificando di andarci in
vacanza e attirati da un’offerta della Norwegian Airlines che con un volo a basso costo ci avrebbe portati dai -20 C di Oslo ai +30 C di un’isola caraibica.
Giusto per farvi capire il nostro livello di.. ignoranza del luogo, prima di pianificare il viaggio eravamo incerti su dove fosse esattamente (palese la confusione con la Costa Rica).
Dopo quasi due settimane nelle bellissime isole di Portorico ora abbiamo decisamente molti elementi che speriamo possano essere utili per un eventuale vostro viaggio in questa meta, non molto conosciuta dal turismo di massa europeo.
Scopo del viaggio era una vacanza relax al caldo, fuori dai classici circuiti turistici.
Obiettivo pienamente raggiunto!
Tappa 1 – San Juan (1 notte)
Partiti da Oslo, con scalo di 4 ore a Londra, siamo atterrati a San Juan de Puerto Rico alle 18.30 ora locale dopo un volo di 13 ore. Il fuso orario è -5h rispetto a quello italiano, quindi nel giro di qualche giorno ci si abitua senza problemi.
Con un taxi abbiamo raggiunto il centro storico della città vecchia, dove avevamo prenotato due mesi prima uno dei pochi alberghi ancora disponibili, l’Hotel Milano – un albergo rimasto agli anni ’70 per servizi e arredo, ma pulito e in un’ottima localizzazione.
Abbiamo fatto due passi per il quartiere e raggiunto una piazzetta piena di ristoranti locali e internazionali, tutti abbastanza turistici, ma forse con più tempo a disposizione e più energia saremmo riusciti a trovare qualche posto più caratteristico.
La mattina seguente, sveglia presto (grazie al fuso) ed esplorazione della città vecchia. Abbiamo fatto colazione nella Cafeteria Mallorca dove abbiamo mangiato la tipica mallorca (dolce o salata) una specie di pancake, consigliatissima!
Tappa 2 – Fajardo e Isla de Vieques (4 notti)
Dopo una strenua contrattazione di 20 minuti con un tassista locale siamo riusciti a spuntare uno sconto di ben 1 dollaro (da 90$ a 89$) per raggiungere Fajardo, luogo da dove partono tutti i traghetti per le isole portoricane. Il prezzo del biglietto per l’Isla de Vieques era incredibilmente economico: 2$ a persona! Un controsenso rispetto al costo dei servizi turistici abbastanza caro di Portorico.
Anche in questo caso, le case migliori da affittare erano già state occupate con largo anticipo, quindi abbiamo dovuto prenotare una casa a circa 1 km dal mare, in piena zona collinare della cittadina di Isabel Segunda. La casa era molto colorata sia fuori che dentro, caratteristica della case portoricane che lasciano calore e allegria nelle vie dell’isola.
Per ottimizzare gli spostamenti abbiamo deciso di affittare un motorino (carissimo! 40 dollari al giorno – una macchina costava mediamente 100 dollari al giorno). Scelta azzeccata però perché, a parte alcuni brevi momenti di scrosci di pioggia, è sempre stato bello e le distanze da percorrere non sono eccessive. Per arrivare dall’altra parte dell’isola , a sud, ci impiegavamo circa 25 minuti. Le tre strade principali sono asfaltate, ma per raggiungere le spiagge è necessario prendere delle stradine sterrate che sono comunque percorribili col motorino.
Abbiamo festeggiato il capodanno nella piazza della cittadella, dove era stato allestito un palchetto con musica latino-americana dal vivo, condito da un’atmosfera da sagra di paese al limite del kitsch e qualche turista americano qua e là. Ci siamo poi spostati verso la cittadina di Esperanza, che abbiamo scoperto essere la parte cool dell’isola. Qui ci siamo fermati a El Blok, hotel e lounge bar di design molto particolare.
Il giorno seguente siamo andati in una delle calette all’interno del Vieques National Wildlife Refuge and Beaches, nello specifico alla spiaggia Blue Beach, incantevole distesa di sabbia bianca e mare caraibico. Ci sono piccole zone di parcheggio auto/moto appena prima dell’accesso alla spiaggia. Le aree d’ombra sono rade (poche palme), quindi se potete, portatevi l’ombrellone.
In generale, Vieques è molto selvaggia quindi tipicamente non ci sono strutture turistiche nelle spiagge. I servizi per i turisti sono pochi e a volte mal organizzati, quindi è meglio prenotare eventuali trasporti aerei, gite e tour con largo anticipo.
Altra caratteristica che ci ha colpito (stavolta molto in positivo) è che le spiagge non erano per niente affollate nonostante fosse alta stagione. La spiegazione è che l’isola offre veramente poche soluzioni di alloggio per turisti e ne limita di conseguenza il numero.
Nei giorni successivi abbiamo esplorato l’isola passando per le strade 200 e 995/996 (consigliato farla) lungo le quali si può apprezzare appieno la sua natura selvaggia e ancora in parte incontaminata. Vedrete praticamente ovunque cavalli selvaggi e galli passeggiare pigramente ai bordi delle strade. Questa è infatti la particolarità dell’isola. Soprattutto la caratteristica dei canti dei galli è “apprezzabile” all’alba, quando parte il festival del canto che in dolby surround vi sveglierà inesorabilmente. Portatevi dei tappi se volete dormire!
Sul lato nord ovest dell’isola è pieno di paludi e le spiagge sono impestate di moscerini piccolissimi, sconsigliato a nostro avviso. Le spiagge decisamente da visitare sono invece Pata Prieta, Caracas e Sun Bay tutte nel lato sud dell’isola.
Suggeriamo di andare dal pescivendolo al porto di Isabel Segunda, che vende tutte le mattine aragoste e pesce azzurro fresco.
Per fare aperitivo o cena consigliamo di andare a Esperanza dove troverete molti ristorantini e bar sul lungo mare.
Dopo quattro giorni di sole e spiagge bellissime, era arrivato il momento di trasferirsi a Culebra, dove ci avrebbero aspettati i giorni migliori della vacanza.
Tappa 3 – Isla de Culebra (5 notti)
Per raggiungere Culebra, purtroppo non c’è un traghetto diretto e siamo dovuti passare necessariamente da Fajardo. Il costo è sempre irrisorio (4$ in tutto a testa) ma è veramente uno spreco di tempo, circa 6 ore tra attese varie, prima della partenza e al cambio traghetto a Fajardo. Se si prenota con largo anticipo è molto più comodo il volo con aereo da 8 persone da Vieques a Culebra (Air Flamenco o Vieques Air Link). E’ economico (circa 45 dollari a testa) e in circa 15 minuti si è già nell’altra isola! Ovviamente anch’esso va prenotato con larghissimo anticipo, soprattutto in alta stagione.
Abbiamo alloggiato presso il residence Casa Robinson, dove avevamo una stanza con un lavandino e frigo, ma senza cucinino. La camera era abbastanza spartana e piccola, e con la vasca da bagno “a vista” dal letto. Ma fuori dal balcone la vista sulla baia di Culebra era davvero spettacolare. Altro difetto è che fosse di fianco al piccolo aereporto di Culebra, con rumori di aeroplani ogni 15 minuti già dalle 7.00 del mattino.
Per girare per Culebra abbiamo affittato un Golf kart presso Jerry Jeep Rental (tra l’altro con sconto del 10% per gli ospiti del Casa Robinson guest house). Pagando circa 35 dollari al giorno abbiamo potuto godere l’aria fresca e i panorami dalla macchinetta per golf agile e veloce, senza marce ma con motore potente che permetteva di percorrere anche delle salite ripide (per esempio per tornare al nostro hotel). Ottima soluzione di trasporto che consigliamo.
Culebra è un isola piccola e dalle spiagge, se possibile, ancora più selvagge e incontaminate di Vieques. Ci è capitato spesso di essere in spiagge dalla sabbia bianca e mare cristallino, completamente da soli.
Quelle che abbiamo visitato sono Zoni beach, splendida spiaggia lunghissima a nord est dell’isola, Carlos Rosario beach, raggiungibile con una breve passeggiata nella foresta e Tamarindo beach, spiaggia di sassolini dove però è molto interessante fare snorkeling per la presenza di numerosi coralli e per la possibilità di.. nuotare con le tartarughe! Quest’ultima esperienza la stavamo completamente mancando, ma al penultimo giorno di vacanza una coppia di turisti ci ha consigliati di andarci e fare snorkeling al mattino presto. Proprio il giorno della partenza ci siamo presentati alle 8.30 in spiaggia e dopo una ricerca di 30-40 minuti nuotando tra coralli e fondali marini erbosi, eccola lì, trovata. Una tartaruga marina di circa 60 cm di lunghezza, che nuotava un metro sotto di noi… è stato incantevole, indimenticabile! Il consiglio quindi è di andare presto, quando ancora ci sono pochissime persone e le tartarughe sono vicine alla costa.
Menzione a parte merita Flamenco Beach che viene definita in numerose classifiche una delle migliori spiagge del mondo.
A parte la discutibilità di questo genere di classifiche, la spiaggia è veramente bella: 1 km di sabbia bianca, una baia che rende il mare calmo e caldo, tratti pieni di palme dove proteggersi dal sole, pellicani che pescano ai lati della baia.. insomma qualcosa di unico.
La sola pecca (si fa per dire) è che c’erano turisti, non erano troppi perché la spiaggia è immensa, ma purtroppo non si può dire che sia incontaminata come le altre.
Riguardo alla vita notturna, Culebra offre alcuni ristorantini in riva al mare molto carini come Dinghy Doc e Mamasita Restaurant and B&B. Si mangia per 30-40$ a testa e l’atmosfera è allegra e rilassata.
Altro ristorante da citare è Susie’s che però non siamo riusciti a provare per la solita questione: prenotare in anticipo!
Tappa 4 – Fajardo e dintorni (1 notte)
Rientrati all’Isola principale Porto Rico, abbiamo fatto tappa vicino a Fajardo presso l’hotel Ceiba Country Inn immerso nella foresta tropicale, con stanze mediamente grandi, molto pulite e tranquille. Ottima tappa se ci si vuole rilassare nella piccola piscina dell’hotel e rimanere nei dintorni di Fajardo (circa 20 minuti in macchina).
La sera abbiamo deciso di provare a fare il tour di gruppo in canoa presso la Bioluminiscent Bay di Fajardo dove si può ammirare un fenomeno della natura unico nel suo genere. Infatti, nelle acque della Laguna Grande raggiungibile in canoa attraverso un canale avvolto dalle mangrovie della foresta fluviale, è possibile vedere di notte dei piccoli microorganismi fluorescenti blu. All’Hotel ci hanno sconsigliato di telefonare per prenotare – se non con largo anticipo di settimane – ma di provare ad andare al punto di ritrovo delle agenzie che organizzano questo tipo di attività al porto della località Las Croabas. Abbiamo optato per l’agenzia Kayaking Puerto Rico – le guide parlano inglese e sono molto esperte, e il giro costa circa 50$ a testa. Di solito vengono offerti due orari per il tour, alle 17:30 oppure alle 19.30. Consigliamo sicuramente di andare al primo turno per avere ancora un po’ di luce mentre si attraversa il canale in canoa e raggiungere la laguna in circa 30 minuti quando il sole sta tramontando. La fluorescenza si vede solo quando fuori è molto scuro, ma l’agenzia è attrezzata di un telo che ti fanno mettere sopra la canoa e scurire ancora di più attorno alla tua imbarcazione e vedere questi piccolissimi organismi fluorescenti illuminarsi al passaggio della tua mano in acqua. La luminescenza è purtroppo molto diminuita negli ultimi anni (circa al 30% rispetto al passato) ma rimane comunque una bellissima esperienza. C’è una baia che presenta lo stesso fenomeno della bioluminescenza a Vieques (Mosquito Bay), non abbiamo purtroppo potuto avere questa esperienza per il solito problema.. prenotare in anticipo!
Tappa 5 – Arecibo e dintorni
L’indomani ci siamo diretti in macchina (noleggiata presso Avis di Ceiba) verso l’Osservatorio astronomico con il più grande telescopio che sia mai stato costruito al mondo. A circa 15 km a sud ovest di Arecibo voleva essere una tappa intermedia prima di visitare Las cavernas del Rio Camuy con le grotte naturali. Purtroppo per noi non avevamo controllato sul sito e abbiamo trovato l’osservatorio astronomico chiuso per lavori. Ci siamo rimasti molto male a dire il vero anche perché la strada per arrivarci è molto più lunga di come sembrerebbe dalle mappe. Fino ad Arecibo c’è l’autostrada 22 perfettamente mantenuta. Appena imboccata la statale 651 si è aperto un mondo fatto di stradine tra le montagne e le foreste interne all’isola, buche nell’asfalto, paesini sperduti nel mezzo del nulla che ci hanno però fatto assaporare la vera Puerto Rico, fatta di piccoli supermercatini, negozi locali e case modeste.
Ma il viaggio è stato lungo. Da Fajardo all’osservatorio abbiamo impiegato circa 3 ore e da li al parco delle caverne circa un’altra ora. Siamo arrivati giusto in tempo per l’ultimo giro prima delle chiusura (circa le 16.00). Per fortuna questa gita è stata molto piacevole, in una passeggiata tra stalattiti e caverne umide con giochi di luce e colori davvero da film.
Da qui abbiamo raggiunto il Casa Grande Mountain Retreat a circa un’ora e mezza di distanza, sempre percorrendo strade in su e in giù per le montagne e le foreste. Infatti questo resort è senza dubbio un luogo di pace immerso nel verde. Un agglomerato di una ventina di bungalow di legno attorno ad una casa di mattoni, che fungeva da ristorante, e una comoda piscina. Questo hotel è considerato una meta per la pratica dello yoga e infatti organizzavano due o tre volte al giorno corsi di yoga anche per principianti in una sala predisposta per questo tipo di attività. Ovviamente abbiamo voluto provare a fare yoga alle otto del mattino, tra i canti dei canarini e il vento fresco della foresta, guidato dal proprietario e maestro di yoga. Esperienza consigliabile.
Con questa ultima nota di relax nella natura abbiamo ripreso poi il giorno dopo, il nostro viaggio di ritorno a San Juan per riprendere il volo che ci riportata alla vita vera.
Questi 12 giorni, divisi in 5 tappe sono stati indimenticabili, riuscendo a conoscere abbastanza bene Puerto Rico e le sue meraviglie naturali, senza rinunciare al relax di una vacanza ai caraibi.
A presto e al prossimo racconto di viaggio!
Luca & Iara
TI POTREBBE ANCHE INTERESSARE:
maria says:
ma wow!!!!! questo racconto è bellissimo!
spero davvero di visitare il portorico!!!!