Finalmente a settembre 2018 sono riuscito a realizzare un mio grande sogno, ovvero andare in Russia e partire da Mosca con la Transiberiana, per arrivare fino a Vladivostock.
Ecco il racconto di questa mia avventura, suddiviso in due distinti post: in questo post vi racconterò i miei primi giorni a Mosca, la partenza con la Transiberiana e l’arrivo nella città Novosibirsk, dove sono rimasto per 3 giorni.
In un post successivo continuerò invece il racconto con la seconda parte del viaggio, la Transiberiana da Novosibirsk a Vladivostock, passando per Irkutsk.
1° giorno – 13 settembre 2018: Mosca
Il mio viaggio nella Russia della Transiberiana inizia a Mosca, dove appena atterro mi accoglie un cielo abbastanza grigio e un clima umido. Passata la dogana e ritirato il bagaglio, trovo un autista ad aspettarmi fuori dall’aeroporto. Tutto è stato organizzato dalla mia amica Isa, moscovita doc, che vive e lavora in questa città enorme.
Ci vogliono 40 minuti di macchina e tanto traffico per arrivare al mio albergo, praticamente attaccato al Cremlino, il Vremena Goda Hotel. Il personale del mio albergo è tutto femminile ed è delizioso! Gentilezza e sorrisi non si sprecano! Dopo il rapido check-in sono nella mia stanza che trovo subito bella e con ogni Confort.
Mi preparo ed esco per una vera cena russa con la mia amica, si va da Korchma Taras Bulba (in Mokhovaya St., 8/1 | metro Biblioteka im. Lenina) non distante dal mio alloggio, tant’è che ci andiamo a piedi. Mangiamo la zuppa tipica, il borsch, zuppa di verdure e carne, dal colore rossastro dovuto alle barbabietole. è un piatto molto corposo che si beve con samogon, un alcolico fatto in casa, simile alla nostra Grappa molto forte ma molto buono: si beve in bicchieri di cristallo senza contarli. Beviamo anche il kvas, ottenuto dalla fermentazione del pane in acqua e il mors, preparato con i mirtilli.
Dopo l’ottima cena, passeggiando per il centro di Mosca scopro una città bellissima, con palazzi, strade, strutture imponenti e maestose.
Il Cremlino è una roccaforte che racchiude altri palazzi enormi, è la sede del potere. E’ immenso, troneggia su Mosca come a dire “Qui si fa sul serio”. Anche gli altri palazzi suscitano la stessa sensazione, così come i giardini e le fontane.
Dopo la cena ed una bella passeggiata, ci rechiamo in un locale notturno, il rock’n’roll bar, dove si può ballare, bere, mangiare, conoscere nuova gente, in perfetta tranquillità senza preoccuparsi del
la giacca e del portafogli: puoi lasciarli dove ti pare, e non gli succederà nulla. Vedo anche qui quanto i moscoviti siano cordiali ed educati.
Dopo aver bevuto qualcosa, rientro in albergo sfinito anche perché sono già le 4:00 del mattino.
2° giorno – 14 settembre 2018: Mosca
Dopo una bella dormita ristoratrice, mi sveglio in una Mosca ancora piovosa: faccio in tempo ad arrivare davanti alla Basilica del Cristo Salvatore, che subito arriva la pioggia, mista ad un fastidioso vento.
Batto la ritirata in un caffè nei pressi della basilica, dove resto quasi un’ora, provvedendo così a colazione e pranzo. Mangio una bella bistecca, accompagnata dall’immancabile thè: questa volta mi servo direttamente da solo da un samovar, caratteristico bollitore e teiera russa. Assaggio una miriade di tipi di pani, che scopro essere la specialità del Professor Puf , il caffè in cui mi trovo.
Faccio in tempo a rientrare in albergo che arriva un’altra pioggia. Ne approfitto per una doccia calda e per riposare un po’. Stasera sono a cena a casa della mia amica e per raggiungerla prendo la metro. Roma e soprattutto Milano sembrano minuscole di fronte a queste metropolitane con ben 11 linee. Prendo così la linea 9 grigia e al primo colpo sbaglio direzione. Nessun problema, scendo alla prima fermata, cambio treno, e nel giro di quattro fermate sono a destinazione. Dopo la cena facciamo una lunga passeggiata e attraversiamo tutta la città. Arriviamo a Gorkij Park sulla Moscova che scopro essere magico: un fiume di gente si riversa in questo parco, dove si può fare di tutto a tutte le ore del giorno e della notte, ancora in assoluta sicurezza. Sulle sponde del fiume spuntano diversi gruppi di persone che ballano su musiche di ogni tipo.
Restiamo un po’ ad ammirare i balli e proseguiamo la passeggiata che ci porta alle spalle della Basilica del Cristo Salvatore.
3° giorno – 15 settembre 2018: Mosca
La sveglia, come era prevedibile, è molto tardi oggi e non me ne dispiaccio molto perché fuori è ancora cattivo tempo.
Passo tutto il resto della giornata in un bellissimo Parco Tecnologico di Mosca, lo Zaryadye, un concentrato di tutto quello che si può incontrare in Russia, dalla vegetazione (Il parco rappresenta le quattro aree naturali russe e il rispettivo microclima, cioè la tundra, le steppe, la foresta e la palude) alla cucina e visto che colazione non si è fatta, e c’è un certo languorino, ci infiliamo in questo centro gastronomico. Ancora borsch, piatti di carne, pane, il thè (al gelsomino profumatissimo e al latte) e i dolci.
Rientro poi in albergo per poi riuscire per le 23:00 per dare inizio al venerdì sera moscovita. L’ultima sera moscovita mi fa fare le ore piccole, vado a nanna alle 6:00.
Il tempo di dormire qualche ora e poi comincia il viaggio in treno!
4° giorno – 16 settembre 2018: inizia la Transiberiana
Mi alzo presto per mettere a posto le mie cose, rifare la valigia e sono alla reception per il check-out. Mi faccio chiamare anche un taxi, ringrazio per la gentilezza di tutto il personale dell’hotel e sono in strada per la stazione Kazanskij di Mosca, quella dei treni a lunga percorrenza verso l’est del paese. Passo di nuovo sulla Tverskaya, la via che attraversa la città come un taglio profondo, con le sue sei corsie e forse anche di più ed i suoi marciapiedi enormi. Neanche 20 minuti e sono alla stazione per soli 300 rubli (circa 5-6 €). I Taxi, compatibilmente col traffico che si può controllare con l’app dedicata yandex.ru, sono il mezzo migliore per muoversi nella città e si possono chiamare e prenotare sempre tramite l’app impostando già anche la destinazione.
L’auto si riconosce poi dal numero di targa, che il sistema comunica con un sms di conferma. Funziona in tutta la Russia, eccetto al Cremlino e Piazza Rossa: qui il GPS va in tilt, non è dato sapere perché ma è affascinante anche il mistero, e si aggancia le coordinate dell’ aeroporto di Zikmu, quello che usa Putin per intenderci.
La stazione Kazanskij è enorme, con dei volumi ampissimi e vi si entra passando attraverso i Metal detector.
Faccio un ultimo pasto più sostanzioso, controllo il mio itinerario e dopo il check in con le hostess sono nella mia cabina: è essenziale, un tavolo al centro e due panche/barra letto, una per lato, con lenzuola, coperte e cuscini puliti.
C’è anche un set di benvenuto con thè, una mela, uno snack al cioccolato e una bustina con ciabatte, dentifricio, spazzolino, sapone e asciugamano.
La scelta del bagaglio che va riposto sotto alle panche si dimostra giusta: fosse stato un trolley rigido avrei avuto più difficoltà. C’è un samovar proprio nel corridoio del treno, in una zona ristoro, e mi faccio una tazza di thè. Rientro nella mia camera, mi metto comodo, e crollo rapidamente. Il sonno è interrotto dalla hostess del treno, che mi chiede del pranzo, e dopo pochi minuti me lo porta: un pasto caldo a base di riso, verdure e salmone, con qualche fetta di formaggio e due panini. E’ tutto buono ma è un pasto che finisce presto, anche le razioni sono come la : minimal e essenziali. Con la pancia un po’ più piena mi rimetto a dormire.
5° giorno – 17 settembre 2018: in treno
Mi sveglio nella notte quando arriva l’altro ospite della mia cabina. E’ un omone che quasi non passa dalla porta per quanto è grosso. E’ molto discreto, sistema le sue cose e si mette a dormire anche lui. Solo un appunto, deve aver bevuto parecchio kvas, la bevanda fermentata, ed infatti emana proprio quell’odore. Ma fa nulla, la stanchezza è molta e mi rimetto a dormire non prima di essermi fatto una bella tazza di thè caldo.
6° giorno – 18 settembre 2018 – arrivo a Novosibirsk
Con il treno passiamo in alcuni posti che sembrano usciti da un libro di storia alcune volte, altre direttamente da un libro di favole… sembrano incantati. Delle casette monofamiliari nel nulla, con quello che mi sembra essere un orto, gli animali da accudire, la gente che non è minimamente disturbata dal treno, e poi questi boschi sconfinati dove i colori autunnali hanno fatto già presa, e che si accendono al tramonto del sole. E’ tutto davvero molto bello.
Quando stiamo per arrivare a Novosibirsk, il mio compagno di stanza si rimette a posto e vedo che è un militare dell’interno. Ha anche due iniziali tatuate sul polso.
Scendiamo alla stazione Glowny e mi dirigo verso il mio albergo.
Diciamo che Novosibirsk non mi fa proprio una buona impressione: pioviggina, c’è un diffuso cattivo odore nell’aria, tante zanzare (ebbene sì, anche qui ma lo sapevo), auto vecchie e sporche (Mosca con il suo sfarzo è davvero lontana).
Mi dà l’impressione di essere incompiuta e di non volerne sapere di andare avanti, sta bene così. Inoltre c’è pochissima gente in giro ed io sono arrivato ad un’ora che ancora si lavora. Mi sistemo nella mia camera al ventesimo piano di questo hotel che sembra un grattacielo, il Marins Park Hotel, e faccio un bagno caldo e doccia, che dopo due giorni di treno ci stanno proprio. Dopo è la volta della cena al barman Grill che è più che buona. Faccio due passi nella città prima di andare a dormire, ma è come camminare in un deserto, e così me ne torno in albergo anche io.
7° giorno – 19 settembre 2018: Novosibirsk
Mi sveglio abbastanza tardi, vittima del fuso orario che non mi ha fatto addormentare prima delle 5:00 del mattino (viaggia sul GMT+7). Fuori piove così me la prendo con un altro po’ di calma in camera. Dalla finestra della stanza che dà sul piazzale della stazione, vedo che fuori ci sono 8 gradi e 100% di umidità. Esco appena spiove, con il fidato piumino e mi avvio verso il centro della terza città più popolosa della Russia dopo Mosca e san Pietroburgo (ha oltre un milione e mezzo di abitanti).
Ci sono tantissime auto in giro, molto traffico, anche se, come era successo già a Mosca, non sento neanche un clacson ed il traffico è ovunque ordinato. Passo davanti al Museo dell’Opera che ahimè trovo chiuso, e ne approfitto per una passeggiata nel parco, che, complici i colori autunnali, è davvero bello.
Nonostante la fama di città popolosa, mi sembra di vedere sempre poca gente, i locali sono semivuoti ed anche le uscite della metro non sono affollate. Ho davvero l’idea di essere l’unico turista in questa città. Noto con piacere sorpresa che ci sono molte pizzerie qui, così vista la curiosità e la fame incalzante ne assaggio una al beerman&grill e scopro che non è affatto male, anzi… Ne ho mangiate di peggiori in Italia.
All’uscita, il cielo color melanzana e un paio di tuoni non promettono nulla di buono, ed infatti ricomincia a piovere.
Mi infilo nella stazione che è davvero enorme ed elegante e dò un’occhiata al percorso che dovrò fare domani per prendere l’altro treno per Irkutsk.
Compro pane, biscotti e cioccolata per il prossimo viaggio. Quando esco dalla stazione è già buio e tra l’altro è ora di cena: mi faccio una bistecca ai ferri, bevo il tè e rientro in camera. Il tempo di sistemare le mie cose, fare un bagno caldo e sono a letto. La sveglia per domani mattina è alle 5:00 locali, quando ripartirò per la seconda parte del mio viaggio, la Transiberiana fino a Vladivostock.
Angelo
Fine prima parte