Itinerario in Bretagna di una settimana in auto

Alla scoperta del nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto, tra natura selvaggia, fari e paesini deliziosi.

L’itinerario in Bretagna di una settimana in auto che abbiamo fatto a luglio è stato la seconda parte del nostro viaggio in Bretagna e Normandia che ha compreso anche una settimana in auto in Normandia.

Dopo aver visitato Mont-Saint-Michel, abbiamo proseguito verso ovest lungo tutta la costa bretone, fino ad arrivare a Pointe du Raz, per poi tornare a Milano con una breve tappa nella Loira.

Ecco le tappe che abbiamo toccato nel nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto:


GIORNO 1 – SAINT MALÒ, CANCALE E POINTE DU GROUIN

Il nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto ci ha visto visitare come prima cosa la bellissima cittadina di Saint Malò, la patria delle ostriche Cancale e il selvaggio Pointe du Grouin.

Premetto subito che purtroppo abbiamo dedicato a questi 3 posti un unico giorno, e col senno di poi ne consiglio almeno 2, per vivere un po’ questi luoghi e assaporarli meglio, attaccandoci magari una visita alla cittadina di mare di Dinard che noi purtroppo abbiamo dovuto saltare per questione di tempo e scelte.

La mattina ci siamo diretti subito a Saint Malò (dove consiglio di arrivare abbastanza presto per trovare parcheggio vicino alle mura): la cittadina mi è subito piaciuta, con le sue cinta murarie percorribili a piedi e da cui si ha una bellissima vista dall’alto sia sulla cittadella e i suoi palazzi tenuti benissimo, sia sulle spiagge e sul mare.

Itinerario in Bretagna di una settimana in auto

St. Malò

Quando l’abbiamo visitata noi c‘era alta marea, e l’idea iniziale era quella di tornarci nel pomeriggio per visitarla con la bassa marea e poter così arrivare a piedi al Fort National, il forte difensivo eretto da Vauban con le sue tetre prigioni, e al Grand Bè, isolotto da cui si ha una bella vista sulla città.

Per questioni di tempo purtroppo non siam tornati nel pomeriggio e questa cosa mi è molto dispiaciuta.

Tra le cose che più mi sono rimaste impresse di St. Malò, è stato vedere la piscina naturale che hanno ricreato in mare, che grazie alle pareti laterali di cemento rimane piena anche durante la bassa marea (su come poi ci possano fare il bagno tranquillamente, data la temperatura glaciale dell’acqua, è un altro problema)!

Itinerario in Bretagna di una settimana in auto

St Malò – la piscina naturale

Il pomeriggio ci siamo spostati a Cancale, la patria francese ed europea delle ostriche. Arrivare in questo paesino mi ha fatto uno strano effetto, perché per la prima volta (e sarà la prima di molte) ho visto nelle spiagge un susseguirsi di barche arenate sulla sabbia a causa della bassa marea: fa strano vedere quindi le barche non in acqua a galleggiare, ma appoggiate sul terreno!

Cancale - barche arenate durante la bassa marea

Cancale – barche arenate durante la bassa marea

Cancale – allevamento di ostriche cn la bassa marea

Cancale è una deliziosa cittadina di mare, non molto grande, dove nel lungomare è possibile fare una bella passeggiata, fino ad arrivare al faro dove di fianco si trova un piccolo mercato di venditori di ostriche: ogni baracchino ha una varietà di ostriche a me sconosciuta fino a quel momento, ed è possibile acquistare un plateau di ostriche (12) ad un prezzo davvero irrisorio: dai 4 agli 8 euro a piatto, a seconda della qualità/grandezza delle ostriche scelte.

Inutile dire che le ostriche sono freschissime e aperte sul momento!

Noi non possiamo esimerci dal comprarle, sebbene a me non piacciano per nulla e a Fulvio non facciano impazzire: con il nostro piatto ci dirigiamo poi verso i gradoni a ridosso della spiaggia, dove poi una volta mangiate le ostriche vengono lanciati i gusci. Mi sono domandata il perché di questa cosa (vedi una vera e propria distesa di gusci di ostriche sulla spiaggia): la spiegazione che ho trovato è molto triste e spero che non sia vera: sembra che cosi costi molto meno al comune rispetto che metterle nella spazzatura.

Lasciata Cancale ci spostiamo nella punta a nord della penisola per visitare Pointe du Groine, un bellissimo promontorio roccioso da cui si ha una bella vista sull’oceano.

Parcheggiata lì vicino la macchina, si fa una breve ma bella passeggiata per raggiungere la punta del promontorio.

Tornando poi verso casa, abbiamo percorso la costa nord, scorgendo bellissime e grandi spiagge.

Pointe du Groine

Peccato aver dedicato un solo giorno a questa zona, ne meriterebbe almeno due.

Consiglio: dedicate almeno due giorni a questa tappa, Saint Malò è bellissima e merita di essere visitata sia con l’alta che con la bassa marea. Inoltre da Saint Malò potete prendere un traghetto che in brevissimo tempo vi porta a Dinan.


GIORNO 2 – DINAN, CAP FREHEL E FORTE DU LATTE

Dinan

Il nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto ci ha visto poi visitare la mattina dopo la cittadina medievale di Dinan, che alcuni descrivono come un gioiello da visitare assolutamente.

A dire la verità il centro storico sebbene mi sia piaciuto, non mi ha entusiasmata particolarmente.

Credo che una delle motivazioni sia il fatto che sono abituata a vedere paesini e borghi medioevali bellissimi (come Sarnano nelle Marche dove ho la casa), e quindi a parte una viettina di ciottoli con case a graticcio, non ho altro da segnalare su questa cittadina.

Dinan – la piazza della cattedrale

Fort la latte – il bagno

 

Dopo aver visitato Dinan molto brevemente ripartiamo e arriviamo a visitare Fort la latte, uno scenografico castello medievale del XIV secolo che si innalza a picco sul mare.

L’ingresso è a pagamento (6,60€), e ti permette di visitare le aree esterne del castello e salire sopra la torre da cui si ha una vista magnifica sulla costa bretone.

Assolutamente degno di nota a Fort la latte il bagno, poiché è totalmente immerso nella natura e al posto dello scarico con l’acqua devi buttare la segatura: un’esperienza da non perdere!!

Forte la latte

Forte la latte

Fuori dall’ingresso del castello parte poi una stradina con degli scalini che in discesa porta a una piccola spiaggetta davvero affascinante, da cui si ha una vista stupenda sul castello.

Peccato per l’acqua gelida che non mi ha permesso di fare il bagno nonostante il sole.

Ci siamo comunque goduti la spiaggia un’oretta, con Leonardo che felice continuava a lanciare ciottoli nel mare e correre di qua e di là.

Ripresa la macchina facciamo un paio di chilometri e arriviamo a Cap Fréhel, un promontorio selvaggio e incontaminato interamente coperto di erica.

Su questo promontorio domina imponente uno dei fari più potenti di tutta la Bretagna, visto che è visibile da una distanza di oltre 100 km. Pagando €3 abbiamo scalato i 145 scalini del faro, da cui sia da cui si gode il panorama sul promontorio (che però non è nulla di che).

ll faro del capo di Fréhèl ha la particolarità di ospitare l’ultimo dei guardiani di fari ancora in attività.

Cap Frehel

Cap Frehel

Consiglio: se avete tempo a disposizione, si può andare da Fort la latte a Cap Frehel a piedi attraverso il sentiero dei doganieri (GR34 – il percorso è di circa 13 km): noi purtroppo per motivi di tempo non lo abbiamo potuto fare, ma ho letto che questo percorso è bellissimo e neanche molto impegnativo!


GIORNO 3 – ILE DE BREHAT

Il nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto ha compreso anche questa tappa all’Ile de Brehat, un’isoletta lunga neanche 3 km dove si può girare unicamente a piedi o in bicicletta.

Nei piani iniziali, prima di arrivare sull’isola, dovevamo fermarci alla Abbaye de Beauport, un’abbazia senza tetto che era possibile visitare a pagamento ed è inclusa nella lista dei monumenti storici di Francia. Abbiamo però deciso di saltare questa tappa e andare direttamente sull’isola, poiché avevamo paura che arrivando più tardi non avremmo trovato biciclette da noleggiare sull’isola.

Siamo arrivati così con la macchina a Point de l’Arcouest, dove abbiamo parcheggiato la macchina a €6 in un parcheggio a pagamento e sorvegliato (prima del porto esiste anche un parcheggio gratuito ma abbiamo preferito andare in quello a pagamento e chiuso poiché avevamo la macchina carica di bagagli).

Abbiamo poi preso il traghetto (€10 andata e ritorno) che in poco più di 10 minuti di traversata ci ha portato sull’isola. È stato estremamente curioso vedere come il battello parta e ritorni in posti diversi della banchina a seconda della marea, e partendo con l’alta marea mi è capitato di vedere quasi la totalità della banchina sommersa dall’acqua.

Ile de Brehat – la banchina sommersa con l’alta marea

Arrivati sull’isola, chiamata l’isola dei fiori, abbiamo subito noleggiato due biciclette di cui una con il carrellino per Leonardo, e siamo partiti alla scoperta dell’isola, cercando di capire che strade fare sulla base della piantina che danno al centro turistico, che è davvero difficile da interpretare, tant’è che siamo spesso andati a caso.

L’isola è un tripudio di fiori: le ortensie, fiore della Bretagna, sono ovunque in cespugli bellissimi e di tutti i colori. Ho visto alcune villette stupende con giardini curatissimi, e avendo più tempo a disposizione sarebbe stato bellissimo passare qualche giorno in quest’isola.

Nell’isola poi si possono vedere chiesette, mulini e fari, ma cosa curiosa non ci sono spiagge: pur essendo un’isola, non è prettamente un posto di amre dove andare in spiaggia e rilassarsi!

Ile de Brehat

Consiglio: sull’isola consiglio di noleggiare le bici elettriche, poiché pur essendo molto piccola, ha continui sali e scendi e sotto il sole è stata davvero faticosa per noi con la bicicletta normale (soprattutto per Fulvio che aveva anche il carrellino con Leonardo da portarsi dietro). Inoltre, se non avete avuto modo di prepararvi il pranzo al sacco, nell’isola ci sono vari ristoranti/bar e anche un piccolo supermercato nella piazzetta del paese dove poter comprare l’immancabile baguette farcita.

Consiglio 2 – dove dormire: in tutti il nostro viaggio in Normandia e Bretagna devo dire che siamo stati fortunati a scegliere dove dormire. In questa tappa però non posso non segnalare la villa di campagna dove abbiamo soggiornato: un luogo davvero fantastico, immerso nella natura, di design dove ogni cosa è curata nei minimi dettagli, per non parlare poi della colazione, dove ci hanno preparato addirittura le crepes sul momento. Insomma, se andate in queste zone non perdetevi di dormire qui, e a un prezzo davvero super (noi abbiamo speso 72€ in 3 compresa la colazione). Qui il link alla casa.


Giorno  4 – Plumenec’h e la costa di granito rosa

Il nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto ci ha portato il quarto giorno a scoprire la zona della costa di granito rosa, una parte di costa bretone famosa per la sua bellezza selvaggia, che a me ha ricordato tanto la Sardegna.

La mattina abbiamo deciso di percorrere a piedi uno dei tratti più famosi del Sentiero dei Doganieri, che collega Plumenec’h a Perros Guirec. Il Sentiero dei Doganieri è un’antica via di controllo delle coste creata da Napoleone nel 1791 per combattere il contrabbando, che si snoda per 1300 km lungo tutta la costa bretone ed è segnalato con la sigla GR34 (Grand Randonnée).

Questo tratto di percorso è lungo circa 4 km e parte dalla spiaggia di Saint-Guirec e termina alla spiaggia di Trestaou di Perros-Guirrec, da cui poi è possibile riprendere una navetta per tornare a Saint-Guirec.

Abbiamo parcheggiato l’auto vicino alla spiaggia di Saint-Guirec e siamo partiti a piedi per Perros Guirec, attraverso un bellissimo sentiero costiero di circa 5 km.

Il paesaggio è davvero bello: il primo tratto del percorso si snoda tra archi di rovi coperti di more, affacciati su strapiombi da cui vedrete rocce di colore rosso scuro che si insinuano nell’azzurro cangiante del mare come lingue di fuoco e qualche spiaggia di sassi raggiungibile attraverso brevi sentieri.

Proseguendo, la seconda metà del sentiero si snoda attraverso grandi massi di granito che costituiscono la scogliera rosa, alcuni che hanno forme che ricordano cani e persone, il tutto avvolto da una distesa di edera colorata, che mi ha ricordato tantissimo le coste selvagge della Sardegna.

Purtroppo questo percorso non ce lo siamo goduto molto e non abbiamo preso il tutto con lentezza, cosa che ci avrebbe permesso di assaporare meglio il panorama, perché volevamo riprendere da Perros Guirec la navetta delle ore 12.00 (ne passa solo una all’ora, costo €1,20) che ci avrebbe riportato alla macchina; non conoscendo il percorso e non sapendo quanto mancava all’arrivo, abbiamo un po’ messo il turbo e ci siamo fermati poco lungo il sentiero, e di questo ne ha risentito anche Leonardo, che a 3 anni oltre a camminare, giustamente voleva fermarsi, giocare, salire sui massi giganti, pucciare i piedi in acqua nelle calette che si incontravano…

Quindi consiglio di dedicare più tempo a questo percorso, o se non si hanno bimbi piccoli magari farlo sia andata che ritorno a piedi senza l’ansia dell’orario della navetta.

Il pomeriggio siamo tornati sulla spiaggia di Plumenec’h e ci siamo fermati un paio di ore li, permettendo a Leonardo di svagarsi e andare anche sui gonfiabili (che erano in spiaggia).


Giorno 5 – 6 : Villaggio di Manhem e Via dei Fari

Gli ultimi giorni del nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto non sono stati facili da decidere: i giorni a disposizione rimasti erano ormai pochi e le cose da vedere tante; siamo stati molto indecisi ma alla fine abbiamo scelto di spingerci fino al Finesterre e fare la famosa via dei fari.

Non so se perché ormai stanchi dalle tappe precedenti del viaggio, o se perché avevamo già visto tanti luoghi bellissimi, questa zona della Bretagna non mi ha entusiasmata molto: i paesaggi erano abbastanza piatti e soprattutto i paesini incontrati non avevano più la magia e la bellezza di tutti i paesini incontrati prima in Bretagna o in Normandia. Insomma, tornando indietro forse avrei evitato questa zona e avrei trascorso più giorni nelle tappe precedenti.

Abbiamo iniziato la giornata con una tappa al Villaggio di Meneham, un villaggio ricostruito di pescatori con i tetti in paglia; di tutto il villaggio, che ho trovato un po’ troppo attrazione per turisti nonostante sia tenuto davvero bene, è degna di nota la maison des douaniers, casetta dei doganieri in mezzo agli enormi massi di granito e tutto l’ambiente circostante con le rocce nel mare.

Villaggio di Meneham

Ripartiti dal villaggio, abbiamo preso la strada che costeggia il mare e non abbiamo potuto non fermarci in una delle bellissime spiagge caraibiche li vicino a Kerluan: spiagge bianchissime con mare cristallino, che ricorda la Sardegna o i Caraibi, totalmente vuote e per noi. Ci siamo goduti qualche ora li, pranzando sulla spiaggia e lasciando Leonardo a giocare con i massi che inizialmente affioravano dal mare, e che poi dopo un’ora erano già spariti per via dell’alta marea che stava sopraggiungendo. Un posto bellissimo, che porto nel mio cuore; unica pecca, l’acqua gelida che ha reso davvero impossibile il bagno, perfino per Leonardo che dall’alto dei suoi 3 anni dovrebbe essere più temerario e impavido di noi adulti!

Dopo pranzo siamo ripartiti, e abbiamo percorso la costa lungo la via dei fari, che si staglia lungo tutta la costa occidentale del Finesterre.

Siamo passati lungo la costa per ammirare il Faro dell’Île Vierge, il faro più alto al mondo in pietra tagliata, un gigante di granito con un’altezza di 82,5metri e ben 365 scalini. Non lo abbiamo visitato poiché per raggiungerlo si impiega un’ora con la barca, e volevamo vedere anche altri fari della penisola. Nel caso vogliate visitarlo, partono le barche dal porto dell’Aber Wrac’h.

Proseguendo lungo la costa verso ovest, siamo passati di fianco alla Cappella di Saint Samson, che si trova a Landunvez, tra Aber Benoît e Aber Ildut.

Poco più avanti, si scorge un piccolo isolotto a 2 km dalla costa con il  Phare du Four, faro famoso per segnare il confine tra l’Oceano Atlantico e la Manica.

Tutti questi fari, che mi aspettavo imponenti, maestosi, forti, in verità non mi hanno lasciato grandi emozioni, probabilmente perché li ho tutti visti in giornate di sole e di mare piatto. Se li avessi visti, come nelle migliori foto che ti trovano in rete, in balia di mari tempestosi e onde altissime, sicuramente mi avrebbero affascinato molto di più.

Il giorno successivo abbiamo continuato con la seconda parte della via dei fari nella penisola di Finisterre; abbiamo iniziato la mattinata visitando il Menhir de Kerloas, il più grande monolite ancora in piedi di Francia, e proseguito visitando da fuori (poiché era chiuso) il faro di Trezien, alto quasi 38 metri e tutto in granito; particolare poiché per metà si vedono le pietre e per metà è colorato di bianco.

Abbiamo poi proseguito lungo la costa fino a Pointe de Corsen, ufficialmente il punto più a ovest di Francia (sebbene non so perche per me il punto più occidentale e sperduto rimane Pointe du Raz… Qui a Pointe de Corsen ricordo che sono rimasta a bocca aperta per la costa frastagliata e bellissima, con spiagge bianchissime e che ricordavano davvero i caraibi.

L’ultimo faro da noi visitato è stato il Faro di Saint Mathieu: è un faro costruito nel 1835 sulle rovine di un’antica abbazia, con 163 gradini e una vista dall’alto fino a Pointe du Raz. Nel nostro giro sulla via dei fari abbiamo purtroppo saltato il Faro di Kermorvan ed il faro di Petit Minou .


Giorno 7: Crozon e Pointe du Raz

le spiagge selvagge di Crozon

L’ultimo giorno del nostro itinerario di una settimana in auto in Bretagna ci ha visto toccare la mattina la penisola di Crozon, dove ci siamo fermati in una spiaggia selvaggia fino a pranzo, e poi andare verso Poite du Raz, che abbiamo visitato nel tardo pomeriggio.

 

Pointe du Raz è stato uno dei luoghi che mi sono rimasti più impressi nella mente, forse perché dà proprio l’idea di luogo alla fine del mondo, oltre cui non c’è nulla se non mare infinito.

L’accesso alla zona è gratuito ma si paga il parcheggio (ben 6 euro), e dal parcheggio c’è una breve ma bella passeggiata che fa arrivare in dieci minuti al Pointe du Raz.

pointe du raz

Anche qui sono certa che l’impatto sarebbe stato più scenografico con il mare in tempesta e magari la pioggia, visto che vedere questo luogo col sole e il mare calmo non fa lo sesso effetto.

Nonostante il clima mite (mai avrei pensato di lamentarmi di aver trovato sole e bel tempo!!), il posto è davvero suggestivo e si può stare a lungo ad ammirare il panorama.


Giorno 8-9: rientro a casa

L’ultimo giorno partiamo di mattina subito dopo colazione per tornare verso casa, complice anche il meteo che oggi ricomincia a fare le bizze. Facciamo una tappa intermedia nella Loira per dormire, ipotizzando di voler vedere qualche castello il giorno dopo prima di riprendere il viaggio. Invece decidiamo di ripartire e andare verso casa direttamente; ormai abbiam la testa al rientro e non ci godremmo più nessuna deviazione… capita anche a voi? quando ormai sapete che la vacanza è finita, tanto vale tornare subito a casa. E cosi ecco che in due giorni di viaggio torniamo a Milano (da Pointe du Raz sono circa 1.600 km).


Considerazioni finali

Come scritto durante questo lungo post, nel nostro itinerario in Bretagna di una settimana in auto ci sono stati dei luoghi in cui mi è davvero dispiaciuto passare poco tempo, mentre altri che pensavo stupendi non mi hanno lasciato molte emozioni; potendo riorganizzare il viaggio, di sicuro rimarrei almeno due giorni nella zona di st. malò, e dedicherei più giorni anche alla zona dell’ile de Brehat e della costa di granito rosa.

Di contro, eviterei la zona finale del Finisterre e della via dei fari, che non mi è particolarmente piaciuta come invece pensavo. Sarà stato per il meteo troppo estivo e poco in linea con quello che ci si aspetta da zone estreme di fari, non ho percepito grandi emozioni.

Un’altra considerazione va fatta anche poichè nella parte finale del viaggio abbiamo avuto estrema difficoltà a trovare alloggi (e infatti sono stati anche i meno belli della vacanza): evidentemente qui il turismo di massa ancora deve arrivare e di conseguenza ci sono pochi luoghi dove dormire, e molto cari.

Mi è spiaciuto infine non visitare la zona della foresta di Brocéliande, patria di Re Artù e di Mago merlino…ma come dico sempre, è un’ottima scusa per tornarci 🙂


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