Nel nostro viaggio a Cracovia non poteva purtroppo mancare una visita ad Auschwitz, campo di concentramento tristemente noto in tutto il mondo, in cui più di un milione di persone tra ebrei, dissidenti politici, zingari e polacchi stessi furono uccise.
Il Campo di concentramento è, dal 1979, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e visitabile con visite guidate di gruppo in varie lingue.
Cosa dire di questo posto? Nessun libro di storia, nessuna lezione scolastica, nessun documentario storico, nessun racconto dei sopravvissuti, nessuna narrazione orale o scritta di chi ci si è già recato, può dare a mio parere l’idea del groviglio di emozioni da cui si viene investiti nel corso della visita al più grande campo di sterminio d’Europa.
Il campo di concentramento di Auschwitz necessita di una preparazione, di sicuro storica, perché devi andare sapendo già cosa vai a vedere, ma soprattutto psicologica: nonostante credessi di essere pronta e abbastanza forte per visitare questo posto, nonostante i giorni precedenti a Cracovia dei turisti con i quali mi ero fermata a parlare mi avessero messa quasi in guardia sulle emozioni che avrei provato, devo dire che l’impatto con questa realtà è stato davvero duro.
Ci si aspetta di vedere un posto di sofferenza, ma poi non si pensa che davvero verrà la pelle d’oca nel visitarlo e nel sentire la guida raccontare la storia.
Bisogna assolutamente andare a visitare posti del genere almeno una volta nella vita, anche solo per rendersi conto di quanto è successo neanche 80 anni fa, e cercare di non dimenticare.
Il complesso comprende tre campi principali, dei quali solo i primi due visitabili:
- Auschwitz – il Konzentrationslager (campo di concentramento)
- Birkenau – il Vernichtungslager (campo di sterminio)
- Monowitz – l’Arbeitslager (campo di lavoro)
La visita inizia proprio da Auschwitz, con l’ingresso dal tristemente noto cancello con la scritta “arbeit macht frei” (“il lavoro rende liberi”).
La scritta in ferro fu realizzata da un certo Jan Liwacz, prigioniero polacco non ebreo numero 1010, entrato ad Auschwitz il 20 giugno del 1940. Egli, di professione fabbro, venne incaricato di forgiare la macabra scritta. Nel costruire la scritta, Liwacz decise di saldare la lettera «B» della parola Arbeit sottosopra, per indicare almeno moralmente il suo dissenso.
Non sto qua a descrivervi passo passo cosa si visita con la guida, ma il girare questi posti lascia i brividi, ed un senso di tristezza davvero grande.
La visita al Campo di Concentramento non si può esprimere a parole, bisogna esserci.
Che dire… Per quanto le segrete con le celle speciali, il Muro della Morte, la camera a gas e il crematorio rimasti in piedi e la miriade di foto di prigionieri possano farti sobbalzare il cuore, nulla a mio parere ti mette più tristezza che il vedere le montagne di oggetti personali, scarpe e valigie ammucchiate nelle enormi stanze dei blocchi, oggetti che non hanno fatto in tempo a portare a Berlino e vendere.
Cataste alte diversi metri di oggetti, centinaia di migliaia di cose tirate fuori dalle valigie dei deportati e accumulate insieme. Occhiali, scarpe, denti d’oro estratti ai cadaveri, spazzolini da denti, protesi, spazzole per capelli, stampelle, pennelli da barba e una stanza piena, colma fino al soffitto, di capelli umani.
La guida che abbiamo avuto si è rivelata molto competente e in grado di raccontarci la storia e ciò che è successo in quei posti tremendi, senza entrare in moralismi o in facili commenti, attenendosi alla storia e a quello che davvero è accaduto, e ci ha accompagnato per tutto il percorso sia nel campo di Auschwitz che nel campo di Birkenau.
Volete sapere la cosa che mi ha fatto più rabbia?
Oltre al grande senso di tristezza che ho avuto per tutta la visita vedendo questi luoghi, a me personalmente è venuta anche molta rabbia vedendo molte, moltissime persone che si facevano sorridenti le foto o i selfie sotto la scritta di “arbeit macht frei” o in altri luoghi. Mi ricordo ancora perfettamente una ragazza in abitino a fiori che sui binari all’ingresso di Birkenau si era messa in posa da modella col fidanzato che continuava a scattarle foto… in quel momento era scattato in me un senso di rabbia cosi forte che stavo davvero andando da loro per insultarli, mi ha fermata Fulvio senno davvero gli avrei urlato contro!
Questo mi ha fatto rabbia, il vedere la gente che pensa di stare in gita turistica a eurodisney e fa continuamente foto e selfie sorridente… ci vuole rispetto per questi luoghi.
Sarà che io e Fulvio eravamo davvero rimasti molto toccati, ma in alcuni punti della visita non ce la siamo proprio sentita di fare foto: nelle stanze dei forni crematori cosi come in quelle delle prigioni dove le persone venivano torturate, non ce la siamo proprio sentita di fare foto, era più forte di noi…
Per concludere, un’altra cosa che mi ha dato fastidio è stato il vedere, proprio all’uscita del campo di concentramento, un grande ristorante self service dove la gente può andare ed ingozzarsi di cibo dopo aver visitato il campo di concentramento….
Li, dove milioni di persone sono morte di fame e di stenti, tu, dopo aver visitato tutti questi posti, puoi fermarti a mangiare una bella cotoletta con patatine fritte… ma non ti si è bloccato lo stomaco per tutto quello che hai visto e che la guida ti ha raccontato? come può venirti voglia di sederti e mangiare ??
Qualche informazione per visitare il campo di concentramento
In tutta Cracovia è possibile acquistare tour organizzati che comprendono sia il bus che la visita guidata; noi abbiamo deciso di visitarla autonomamente, potendo così anche risparmiare qualche soldo.
Nel caso in cui anche voi voleste raggiungere il Campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau in autonomia, ecco un paio di informazioni utili:
COME ARRIVARE:
Il campo di concentramento è raggiungibile con un Bus dalla stazione dei bus di Cracovia in Bosacka St. 18 (di fianco alla stazione dei treni) – il costo del viaggio andata/ritorno è di 28 zloty (circa 6 euro). Fate attenzione che sul bus ci sia scritto come destinazione “Oświęcim”, che è il nome del paese in cui il campo di concentramento è stato creato. Il bus impiega circa 1.30h per arrivare ad Auschwitz, quindi calcolate bene i tempi nel caso in cui vogliate seguire poi le guide in italiano! Il viaggio sembra lungo ma passa in fretta ed è piacevole, per quanto si sia consapevoli di dove si sta andando, perché attraversa le campagne e guardando dal finestrino il tempo passa veloce. Per l’orario aggiornato dei bus potete visitare questo sito.
INGRESSO AL CAMPO:
L’ingresso al campo di concentramento costa 40 zloty (circa 10 euro) e comprende anche la visita con la guida, che accompagnerà il gruppo per tutto il percorso prima nel campo di Auschwitz e poi di Birkenau (il percorso dura circa 4 ore totali). Portatevi delle monete poiché se avete necessità di andare in bagno, i bagni sono a pagamento. In estate la guida in italiano c’è a tre diversi orari (alle 10.30 – 12.00 – 13.30), mentre i gruppi in inglese partono ogni 30 minuti. Per essere sicuri sugli orari della guida in italiano, andate comunque a dare un occhio al sito ufficiale di Auschwitz.
La prima parte della visita è nel campo di Auschwitz, dopodiché con una navetta interna si raggiunge Birkenau (che dista un paio di km) per continuare la visita nel campo di sterminio.
Se lo visitate d’estate, come abbiamo fatto noi, vi consiglio di portarvi un bel po’ di acqua da bere, visto che starete in giro per circa 4 ore, e molto probabilmente nelle ore più caldi della giornata.
Enzo says:
Una visita ai campi di concentramento di Auschwitz – Birkenau dovrebbe essere obbligatoria per gli studenti italiani, per rendersi conto di cosa è già successo e così impegnarsi affinchè non accada di nuovo