Lo sapete che a Milano sotto Piazza Oberdan è possibile organizzare una visita all’Albergo Diurno Venezia, uno dei bagni diurni meglio conservati d’Italia??
Questo vero e proprio gioiello di architettura Art Déco, dopo circa un decennio di abbandono, e esattamente a 90 anni dalla sua inaugurazione, è stato reso di nuovo accessibile e visitabile grazie alla delegazione di Milano del FAI, che a Dicembre e Gennaio ha programmato una serie di visite guidate straordinarie e gratuite, per permettere a tutti di poter scoprire o rivedere (se frequentatori in passato) questo posto della storia passata della città meneghina.
Spesso quando ho parlato con amici di questo albergo, ci siamo chiesti di cosa si trattasse: alcuni di noi pensavano fossero dei semplici bagni pubblici dell’epoca, altri, forse traviati dal nome, pensavano fosse una sorta di “albergo ad ore” in cui giovani coppie o amanti andavano a scambiarsi effusioni.
In verità l’Albergo Diurno Metropolitano “Venezia”, questo il suo vero nome, inaugurato nel gennaio del 1926 dopo due anni di costruzione, aveva lo scopo di fornire vari servizi per cittadini e viaggiatori: erano sì dei bagni pubblici (dieci gabinetti da toilette e 2 WC), ma si poteva anche andare per farsi una doccia o un bagno in bagni privati e per l’epoca anche molto all’avanguardia (c’erano infatti 30 cabine da bagno tra comuni e di lusso e 6 cabine per doccia con spogliatoio), e si avevano inoltre una serie di servizi per la cura del corpo, dal barbiere da uomo al parrucchiere per donna, alla manicure e alla pedicure, oltre ad altri servizi come l’agenzia di viaggio, il fotografo, la lavanderia, un servizio di dattilografia e altri servizi per il cittadino….
Insomma, era un precursore dei “centro commerciale dei servizi” di adesso!
È stato l’albergo diurno più importante della città, grazie anche alla sua posizione strategica.
L’Albergo Diurno Venezia era frequentato da moltissimi viaggiatori.
Era infatti un crocevia di moltissimi viaggiatori, di persone che prendevano il tram (lì arrivava il tram Milano- Monza) o il treno (nella vicina Piazza Repubblica sorgeva all’epoca la Stazione Centrale). Immaginate inoltre che all’epoca i treni andavano a carbone e d’estate per il caldo si viaggiava con i finestrini aperti…. Una volta arrivati a Milano, i viaggiatori erano ricoperti di fuliggine e necessitavano quindi di rinfrescarsi o rimettersi in ordine. Di conseguenza, l’Albergo Diurno Venezia era frequentato da moltissimi viaggiatori.
L’Albergo Diurno Venezia era frequentato inoltre dagli abitanti della zona.
Era sorto vicino ad un quartiere di edilizia intensiva, con moltissime case di ringhiera in cui non si avevano in casa bagni igienici (si aveva un unico bagno sul pianerottolo comune per tutti, e senza doccia)… per questo l’Albergo Diurno Venezia, aveva una posizione strategica anche per tutti gli abitanti della zona che almeno una volta a settimana avevano bisogno di farsi una doccia o un bagno.
L’Albergo Diurno Venezia infine era frequentato anche da chi andava in zona al cinema o nei locali
L’bergo diurno Venezia infatti si affacciava su una piazza in cui si trovavano molte attività ricreative: nella piazza erano presenti un cinema (l’attuale spazio Oberdan), una grande Birreria (dove attualmente c’è l’Unicredit) e una pista di pattinaggio su ghiaccio (l’attuale hotel Diana Majestic), e tutto questo flusso di persone necessitava di un Albergo Diurno.
Ecco perché l’albergo diurno è sorto qui ed è diventato cosi il più importante di tutta la città, per far fronte a queste 3 diverse tipologie di clientela: viaggiatori, abitanti e cittadini che venivano a divertirsi in zona.
Purtroppo, come spesso accade, ciò che è all’avanguardia passa di moda o perde il suo fascino col passare del tempo: negli anni 30 la stazione Centrale venne spostata dove sorge attualmente, e la presenza all’interno della stessa stazione di un Albergo Diurno, fece diminuire di molto il flusso di clienti al Venezia.
Successivamente negli anni 60 la costruzione della fermata metropolitana di Porta Venezia proprio lì di fianco non aiutò di certo e negli anni 80 il reparto delle terme non ebbe più motivo di esistere (ormai ogni casa possedeva un bagno fornito di doccia o vasca).
La zona dei servizi con i parrucchieri e barbieri resistette altri 20 anni, fino al 2006, anno in cui l’ultimo barbiere Carmine Aiello fu costretto a lasciare l’attività per un contenzioso con il Comune.
Entrando per visitare questo luogo del passato, sotto la polvere del tempo, è possibile visitare i negozi di barbiere, di parrucchiere, manicure, e pedicure, i bagni pubblici e le terme, che altro non erano che bagni dove potersi fare la doccia o il bagno in vasca in base alla tariffa pagata. Delle terme al momento è visitabile circa un terzo delle cabine, ma in futuro a seguito di eventuali lavori di ristrutturazione potranno essere visitati tutti e 48 i bagni.
Sebbene il posto sia stato abbandonato per oltre 10 anni, si riesce ancora a percepire il fascino dello splendore passato, negli arredi quasi intatti, nei rivestimenti ricercati, nelle preziose e originali decorazioni in stile Déco.
La visita mi è piaciuta davvero molto, perché mi ha fatto riscoprire un pezzo di storia della mia città, sebbene per entrare abbiamo dovuto fare oltre due ore di fila (in verità, arrivata lì davanti la mattina prima dell’apertura e vista la fila, ero davvero fiduciosa che la fila sarebbe scorsa molto più velocemente di quanto poi effettivamente è stato)…. Ma due ore di coda sono a mio avviso davvero troppe purtroppo.
Nei prossimi mesi il FAI dovrebbe riaprire l’albergo diurno per nuove visite speciali (tenete magari d’occhio la pagina Facebook dell’albergo diurno che trovate a questo link). Vi consiglio davvero di andare a visitarlo, sperando però di fare meno fila di quanta ne ho fatta io!